Queste mezzelune qui le dovete proprio fare perché sono troppo buone!
Assumono nomi diversi a seconda delle località (celli ripieni, piccillati, calcioni…) e sono un dolce tipico della tradizione abruzzese, di preparazione semplice perché composte da una sfoglia croccante di pasta fatta con farina, olio e vino bianco dentro la quale si nasconde un morbido ripieno di marmellata, mandorle, zucchero, biscotti secchi…
Alcune varianti prevedono anche la presenza di miele, fichi secchi, purea di ceci o castagne oltre alle possibili aggiunte di noci e cacao nell’impasto. Le dosi precise sono impossibili da definire perché, come per ogni ricetta casalinga che si rispetti, gli ingredienti vengono aggiunti “a occhio”: se l’impasto è troppo secco, si aggiunge ancora un po’ di olio/vino, se è troppo liquido un po’ di farina.
Celli ripieni (o piccillati)
Per la sfoglia
Farina 00, 500 g circa
Olio extra vergine d’oliva, 140 ml
Vino bianco secco, 140 ml
Zucchero, 2 o 3 cucchiai
Sale, un pizzico
Per il ripieno
Marmellata di amarene/uva nera, 400 g
Mandorle tritate, 100 gr
Buccia di 1 limone
Biscotti secchi, 5 o 6
Pangrattato, 3-4 cucchiai
Su una spianatoia versate a fontana la farina, fate un buco al cento e versatevi l’olio e il vino tiepido in cui avrete sciolto qualche cucchiaio di zucchero. Dovrete ottenere un impasto compatto, poco più morbido di quello che si ottiene con la pasta fatta in casa.
Avvolgete l’impasto ottenuto in un canovaccio e lasciatelo riposare per circa mezz’ora.
Preparate il ripieno riunendo in ciotola le mandorle tritate (meglio se leggermente tostate), la marmellata*, i biscotti secchi sbriciolati, la buccia di limone ed eventualmente anche un po’ di succo se avete optato per una marmellata poco aspra. Aggiungete anche un paio di cucchiai di pangrattato, ed unite i successivi solo se il composto dovesse risultare un po’ troppo morbido.
* Bisognerebbe usare la marmellata d'uva nera (la cosiddetta scurchjiata), o uvata, una particolare confettura extra, poco zuccherata e dal colore molto scuro, in cui l’uva Montepulciano d’Abruzzo viene utilizzata intera, senza eliminare bucce.Dopo averla fatta riposare per 30 minuti, tirate dalla pasta una sfoglia non troppo sottile con il matterello (o con la macchinetta) e ricavatene delle strisce larghe circa 5-6 cm e lunghe 15-20 cm - oppure dividere l'impasto in tante palline della grandezza di una noce, stenderle con un matterello fino a formare un cerchio allungato.
Depositate su ogni striscia 1 cucchiaino dell’impasto, e chiudete la sfoglia a metà schiacciando bene i bordi (se necessario inumidendo con poca acqua) e servendovi dell’apposita rotella rifinite bene i bordi in modo da ottenere una lunga mezzaluna. Unite le estremità a formare tanti grandi tortelli.
Infornate a 180°-190°C per circa 15-20 minuti, finché la superficie sarà leggermente dorata. Attenzione, non devono colorarsi troppo. Appena sfornati capovolgete i biscotti in un piatto in cui avrete sistemato dello zucchero semolato.
Filled Taralli
This recipe is from the Abruzzo region.
For the dough: 480/500 g of plain flour - 140 g olive oil – 140 g of white wine – 2 or 3 tablespoons of sugar- 1 pinch salt.
For the filling: 400 g of Amarene marmalade (sour cherries) - 100 g almonds, chopped - finely grated lemon zest of 1 lemon - 3 or 4 tablespoons bread crumbs – 5 or 6 crushed biscuits (like Lorna Doone).
Direction: prepare the dough with the flour, two tablespoons of sugar, a pinch of salt and as much liquid (wine and oil) as the flour will absorb. Mix the pastry dough ingredients and work into a fine dough, keeping in mind that it should not be too hard -- should resemble a "cavatelli" dough (If the dough is too soft add more flour, if it is too hard add a touch more oil/wine). Let the dough rest at room temperature for half hour.
- Meanwhile, prepare a filling. Combine marmalade, ground almonds, crushed biscuits, finely grated zest of 1 orange or lemon and bread crumbs (If the filling is too soft add more bread crumbs or another biscuit, if it is too hard add some lemon juice). Put aside.
- Cut the rested dough into small portions. Pass each portion through the pasta machine to the smallest number ( but it should not be too thin), and cut some 10 cm wide strips from it. With a tablespoon, deposit some dollops apart along the strips of dough which are then folded in on themselves edge to edge. Press the sides of each pastry pocket with a fork. (If the pasta is too dry, brush the edges with a drop of water). Cut the "taralli" in the shape of a elongated half-moon with a suitable pastry cutter with fluted wheel. Press the two ends of the semi-circle together to form a "tarallo".
- Bake at 180 degrees C for 10-15 minutes, they must be slightly golden. Dip them in the caster sugar when still hot (pay attention, they can crash!), the let cool very well and keep in a tin box or into a plastic bag.
Antonella ma quanto sono buoni????? Domenica mattina provo a farli, Nevio ti ringrazierà sicuramente!!! Un bacio
RispondiEliminaLisa, grazie! :)
RispondiEliminaNon li ho mai assaggiati, ma sembrano molto buoni!
RispondiEliminaComplimenti per il bel blog!
Ottima questa incursione in territorio abruzzese !
RispondiEliminaLi vedo perfetti per le feste di Natale: grazie !!! :-)
Un bacione
Non le ho mai fatti ma visti in piu occassioni , saranno davvero deliziosi!
RispondiEliminaPer quanto m'ispirino, sempre, non li ho mai assaggiati, chissà perchè... ti sono venuti davvero benissimo, perfetti. E le foto... molto belle.
RispondiEliminaBaci,
A.
non conoscevo questa preparazione e sono molto contento di apprezzarla molto originale mi piace
RispondiEliminaQue delicia de receta, estas medias lunas tienen que estar buenisimas, la primera foto me ha gustado mucho...un beso
RispondiEliminacara Antonella, questi deliziosi dolcetti li ho sempre mangiati in Abruzzo a casa della suocera di mia sorella ripieni di purè di castagne una cosa divina!!!Me li hai fatti ricordare e grazie per le dosi proverò a farli di sicuro!!!baci
RispondiEliminaadoro i dolcetti di natale della tradizione, questi mi sembrano veramente splendidi!
RispondiEliminaSbaglio, o la forma somiglia vagamente ai biscotti della fortuna? :D
RispondiEliminaComunque sembrano davvero buoni!
Nononstante sia di origine abruzzese, questi proprio non li conoscevo. Non si usano da noi in paese (che peccato direi). Assolutamente da provare. L'impasto mi piace molto con olio e vino.
RispondiEliminabelli Antonellina, mi piacciono molto i dolcetti delle tradizioni e questi non li conoscevo! L'impasto somiglia molto a dei tarallini che facciamo anche noi in calabria ma non sono farciti :)
RispondiEliminaChe buoni!!!! La pasta dev'essere saporitissima e il ripieno stratosferico!!!!
RispondiEliminaBrava!!
Franci
Che bontà, solo a vederli mi hanno messo una fame...sarebbero proprio adatti per un break!
RispondiEliminaAnto, sono Grà, ciao!! Volevo provare a farli per il capodanno... ma non ho capito come deve farsi questa mezza luna... mi aiuti a capire meglio? inoltre vorrei provare a farli con fichi secchi e cioccolato, ma sapresti come fare?
RispondiEliminaInoltre stavo cercando sul tuo sito una torta da credenza al cioccolato che pubblicasti tanti anni fa... era una torta della tua infanzia... e aveva un nome tedesco mi pare. Sapresti aiutarmi? Non la trovo :(
@ Zagara, grazie dell’invito. Cercherò di partecipare.
RispondiElimina@ Marjlou, grazie.
@Jajo, con tutto quello che c’è dentro sono perfetti per concludere una grande abbuffata come quella natalizia :)
@ Mary e Your Noise, grazie!
@ Gunther, i dolci regionali tipici della tradizione natalizia sono davvero tanti, un’infinità. Impossibile conoscerli tutti. Ed è anche piacevole scoprirne sempre di nuovi.
@ Jose-dit, gracias!
@ Claudia, mi piacerebbe provare a farli con le castagne ma non ho tanta voglia di sbucciarle. Ed allora meglio la marmellata, già pronta! :)
@ Gaia, grazie.
@ La cri, hai ragione! Somigliano ma sono più buoni!
@ Alex, che strano che tu non li conosca. Io avevo una vicina di casa abruzzese che li preparava sempre per Natale, e ne faceva anche alcuni con ripieno di ceci e poi fritti. Forse consoci questa versione?
@ Mariluna, hai ragione. Gli stessi ingredienti dei taralli pugliesi ( o calabresi). L’ho pensato anche io.
@ Francesca, Alessia, grazie!
@ Grà, ciao! Cerco di spiegarti meglio la forma: stendi la pasta con la macchinetta e ricava o ritaglia delle strisce lunghe circa 15-20 cm ed alte 5 (più o meno). Sistemi una striscia di ripieno nel mezzo, chiudi pressando i bordi. A questo punto otterrai un salsicciotto lungo. Con la rotella dentata cerca di arrotondare la parte finale del salsicciotto e rifinisce bene anche tutti i bordi. A questo punto unisci le estremità, come si farebbe con un tortellino, più o meno, neh! :)
Se vuoi usare i fichi, perché non sotto forma di marmellata e poi aggiungi anche noci, mandorle, e gocce di cioccolato? Anche se la caratteristica di questi dolcetti è il ripieno un po’ asprigno.
Mentre per quanto riguarda la torta, ma non era inserita anche sull’album delle streghette, ricordi? :D
Ora vado a vede' l'album delle streghette!!
RispondiEliminaSenti ma se stendo la pasta con il mattarello fa lo stesso no? devo usare per forza la sfogliatrice? e poi... quanti ne vengono di numero, bene o male?
non ti stressare :))
grazie grà
ps. ma non vieni piu' su msn?
Deliziosi e belli, una buona giornata !
RispondiEliminaEcco, ci vorrebbero proprio in questo istante!
RispondiEliminaUn saluto
Enrico
Antonella non conoscevo questo dolce, è nuovo per me e anche particolare.
RispondiEliminaMi piacciono le cose "a occhio", rende tutto più personalizzabile.
Marmellata d'uva nera? Oddio che bontà, ma dove si trova?
Ti auguro un dolce weekend,
Elly di Dolce Mania
che bello trovare tra i blog le ricette del mio Natale...sono abruzzese^_^...qui da me si chiamano anche Tarallucci...ma il nome e la ricetta cambia anche tra paesi vicinissimi. invece quelli con il ripieno di castagne o di ceci li chiamiamo cavicionetti (in dialetto rende meglio^_^) che sono fritti!
RispondiEliminacomplimenti per il blog...è tanto che ti seguo e non ho potuto fare a meno di commentare!:)
ciao e buon anno!
barbara
Già la sola foto mi fa venire fame!!Devono essere ottimi, proverò a farli!
RispondiEliminai cell arpien sono dei dolci che a casa mia non mancano mai a natale sono di San Vito chietino e da noi si preparano così: per l impasto oltre a quello che hai scritto anche una bustina di lievito ogni 2 kili di farina, per il ripieno prova con: marmellata d uva, noci e mandorle tritate, cannella, buccia di arancia e buccia di limone non grattuggiata ma tagliata a pezzettini piccolissimi (una palla) cioccolato fondente a pezzettini. al posto dello zucchero semolato, lo zucchero a velo vaniglinato da cospargere quando sono freddi!!!!! per quanto riguarda la marmellata di castagne sono l ingrediente per il ripieno dei cavicioni (altro dolce natalizio ma che va fritto e non al forno...altra bontà da provare.
RispondiEliminaUn saluto a tutti
ps: per quanto riguarda la macchinetta sfogliatrice io lascerei stare, ci ho provato ma non vengono bene come a farli con il mattarello...ma la sfoglia non deve essere ne sottilissima, ne alta
Have you heard of using moscato in the filling? Would that be the jam of grapes? I have been searching for 40 years this recape. My grandmom made them for Christmas and Easter and I want to make them for my kids. Please help!! Thank you so much!!
EliminaI think this is the same recipe my grandmom used!! I have been searching for over 40 years for this!!
EliminaIs the jam of grapes also called moscato? I remember grandmom used to get something from a man who made homemade wine, then she used to cook it or cook it with the other ingredients, as nuts, chocolate, shredded orange and Lemmon peels, maybe even some raisins...I can't smell it now...I just remember those ingredients on the table. I remember they were crescent-shaped. Please tell me of your recipe is the same. My grandmom died when I was 12 so it's difficult to remember all that. Thank you so much!!
Muy bonitas fotos - Deliziosi e belli
RispondiEliminaA Casalbordino questi celli ripieni si chiamano "taralucci".
RispondiEliminahttp://casa-giardino.blogspot.com/2010/12/traditional-christmas-desserts-of.html
..e a san buono si chiamano proprio celli ripieni e sono tali e quali a quelli postati nella foto della pagina e ..li sto mangiando proprio in questo momento - sono buonissimi !!!!!!!!!
EliminaCi sono stata alla fiera dei Tarallucci e Vino di Casalbordino. Praticamente li avevo appena scoperti, a San Vito Chietino e son corsa ad assaggiare anche quelli di qualche chilometro più in là. Prima dei celli pieni a casa si facevano gli strozzacavalli; mi rendo conto che è un'ennesima versione dello stesso dolce.
EliminaSono di origine abruzzese e vi garantisco che sono buonissimi
EliminaIo adoro i celli pieni, li ho appena fatti, ne sta cuocendo un'altra infornata. Sono la meraviglia della mente umana, la bellezza, la filosofia. Ogni essere vivente dovrebbe poterli assaggiare: smetterebbero le guerre, piccole e grandi. Non ci sarebbe più la fame nel mondo, o forse sì, ma piano piano sparirebbe.
RispondiEliminaQuest'estate mentre ero ancora a Chieti ho infilato due barattoli di scurchjiata tra gli acquisti di fine estate, quelli che fondano la consolazione invernale, qui a Torino. La valigia dell'emigrante è fondamentale.